In Italia secondo una recente indagine la prevalenza di sovrappeso ed obesità raggiungerebbe addirittura il 36% alla sola età di 9 anni.  Sono tre le cause principali che possono portare un bambino al sovrappeso.

1. L’alimentazione e il comportamento alimentare del bambino. Spesso ci si preoccupa quando il bambino mangia poco, raramente quando mangia troppo. Se è vero che una dieta carente può portare a deficit di vario tipo, di contro, un introito calorico eccessivo e prolungato nel tempo determinerà inizialmente una condizione di sovrappeso che alla lunga può divenire una vera e propria obesità.Una iperalimentazione nei primi 18 anni di vita comporta non solo un aumento del volume delle cellule adipose (obesità ipertrofica) ma anche e soprattutto un aumento del loro numero (obesità iperplastica). Dopo i 18 anni il numero delle nostre cellule adipose resta pressoché invariato ed è per questo che risulta di estrema importanza arrivare a tale età in condizioni di normopeso, per non ritrovarsi poi tutta la vita a combattere con l’ago della bilancia.

I genitori dovrebbero essere i primi ad accorgersi dell’eccessivo aumento di peso del bambino e rivolgersi ad un professionista. Solo intervenendo durante l’età evolutiva, quindi, si ha la garanzia dei risultati migliori e duraturi. Oltre a mangiare troppo, però, il bambino mangia in maniera sregolata, troppo di frequente e soprattutto male.

2. Lo stile di vita sedentario . Altra causa determinante il sovrappeso è senza dubbio la ridotta attività fisica o la vera e propria sedentarietà che si è diffusa negli ultimi decenni. L’esercizio fisico è di fondamentale importanza durante la crescita, in quanto, oltre ad avere valore dimagrante, rende il bambino più attivo, contribuendo a distribuire adeguatamente le proporzioni tra la massa muscolare e la massa grassa.

 3. La genetica. Pur esistendo in realtà poche alterazioni genetiche che da sole sono in grado di causare obesità nel bambino non si può certo negare che esistano delle forti correlazioni di tipo ereditario. Un’indagine realizzata dall’ISTAT nel 2000 ha dimostrato, infatti, che circa il 25% dei bambini in sovrappeso ha un genitore obeso o in sovrappeso.

Non potendo intervenire direttamente sui geni per rimuovere eventuali predisposizioni ereditarie, risulta chiaro come l’intervento debba rivolgersi in maniera accurata e personalizzata verso una vita meno sedentaria e un’alimentazione sana ed equilibrata a qualunque età ed in particolar modo in un’età tanto delicata come quella infantile.

Bambini con una predisposizione genetica all’obesità possono tranquillamente restare normopeso se educati correttamente. Al contrario, bambini non predisposti geneticamente possono comunque diventare obesi avendo a disposizione grandi quantità di alimenti ipercalorici e nessun incentivo all’attività fisica.

Tra le conseguenze precoci dell sovrappeso e dell’obesità infantile si ricordino le più frequenti quali problemi di tipo articolare, di tipo respiratorio, i disturbi dell’apparato digerente e anche disturbi di carattere psicologico. I bambini in sovrappeso e ancora più quelli obesi possono sentirsi a disagio e vergognarsi, e rifiutare il proprio aspetto fisico; a scuola spesso sono derisi e diventano le principali vittime di bullismo con gravi ripercussioni sull’autostima.

Si invitano i genitori a cogliere a eventuali segnali di  disagio psicologico o difficoltà alimentari del proprio bambino e a cercare l’aiuto di un professionista, in un ottica di prevenzione per lo sviluppo di disturbi del comportamento alimentare nell’adolescenza.

 

 

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