Chi non lo ha mai fatto scagli la prima pietra! Che cosa? Mangiare per noia, mangiare per rabbia, mangiare per tristezza, mangiare per felicità. Mangiare per mettere a tacere un’emozione dolorosa che non si vuole ascoltare. Abbuffarsi di cibi gratificanti che diventano il salvagente in situazioni difficili. Occhio alla salute, però. E occhio al circolo vizioso in cui, senza nemmeno accorgersene, ci si trova impigliati. Le emozioni vanno accettate, espresse e gestite attraverso le parole e i gesti, non vanno sfogate sul cibo. Sei stressato e mangi? Sei triste e mangi? Sei arrabbiato e mangi? Sei annoiato e mangi? Ti senti solo e mangi? In tutte queste occasioni possiamo parlare di “fame emotiva”: questo tipo di fame consiste nel consumo di cibo esclusivamente in risposta a stati emotivi e non per soddisfare il naturale senso di fame. Le implicazione della fame emotiva non solo sono psicologiche, ma anche fisiche: mangiare senza rispettare il naturale senso di fame porta inevitabilmente a introdurre una grande quantità di calorie in eccesso e, nel lungo periodo, al sovrappeso. Per far fronte alle abbuffate, al mangiare emotivo e per favorire la perdita di peso, sono sempre più utilizzati i nuovi approcci basati sulla “meditazione consapevole”. La mindfullness rende capaci di tollerare le emozioni spiacevoli e di conseguenza a non utilizzare il cibo per coprire stati emotivi difficili. L’intervento sull’alimentazione secondo una visione “Mindful” prevede che la persona sia presente nel qui ed ora al momento del pasto, senza distrazioni; ponga consapevolezza durante l’atto del mangiare, assaporando e gustando il cibo sotto ogni suo aspetto: che profumo ha? Che colore e che forma? Qual’è il sapore a contatto con le papille gustative? Porre attenzione consapevole a quello che stiamo mangiando ha come primo effetto rallentare il ritmo del pasto e quindi limitare l’ingestione di calorie; inoltre aiuta la persona a riconoscere la differenza tra lo stimolo della fame biologica e di quella emotiva. Praticare la mindfullness insegna che il segreto per dimagrire non è evitare i piatti proibiti, ma fare attenzione ai segnali che il corpo ci manda, alle sensazioni percepibili attraverso i sensi (vista, olfatto, gusto) e alla presenza di eventuali distrazioni durante il momento dei pasti. Quindi…perché non provare?
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