L’aspetto fondamentale che deve essere sempre considerato prima di intraprendere un percorso di dimagrimento è la composizione corporea della persona: solo se si possiede un’alta percentuale di massa grassa, si ha necessità di perdere peso. Si ricordi che per ottenere questo dato non fa fede il peso della bilancia, ma servono strumenti specifici come la bilancia impedenziometrica. Nel caso una persona con una bassa percentuale di massa grassa iniziasse una dieta squilibrata, tenderebbe a perdere massa muscolare invece che quella adiposa, con un conseguente squilibrio del metabolismo e aumento del peso.

Gli studi sulla composizione corporea distinguono nel corpo una parte di tessuto non adiposo “fat free mass” che comprende ossa, muscoli ecc, e una parte di tessuto adiposo, “fat mass” che non rappresenta esclusivamente un deposito di energie di riserva, ma svolge un’attività di tipo endocrino (produce e secerne sostanze e ormoni che comunicano con diversi organi e segnala lo stato delle riserve energetiche).

Si è in sovrappeso, indipendentemente dal peso sulla bilancia, quando l’impedenziometria  individua più del 30% di massa grassa corporea; la soglia dell’obesità e raggiunta, invece, con più del 36%. Il grasso più pericoloso per la salute è quello intorno alla vita, il grasso androide, perché le cellule adipose che lo compongono rilasciano delle molecole dette “adipochine”:esse sono coinvolte nei processi infiammatori e nell’insulino-resistenza e intervengono nello sviluppo di patologie obesità correlate.

Una volta individuata la propria composizione corporea si può procedere in sicurezza a un’alimentazione controllata per raggiungere il proprio peso forma. Il concetto di peso ideale può diventare un traguardo utopico da raggiungere, perché può rappresentare un’idea di perfezione fisico-corporea non salutare per la persona.                   Sarebbe più corretto parlare di peso forma che corrisponde al peso medio per una certa statura e taglia corporea. Per molti anni il sovrappeso e l’obesità sono stati calcolati utilizzando  apposite tabelle MLIC (Metropolitan Life Insurance Companies), più recentemente sostituite dal BMI, indice di massa corporea. Questo indice, inventato dallo statistico Quetelet, si ottiene dividendo il peso della persona espresso in Kg per l’altezza al quadrato (kg/m2). L’OMS ha stabilito che il BMI deve essere il metodo universale di riconoscimento dellìobesità e ha fissato dei punteggi di cutoff: <18,5 come sottopeso; 25 come inizio del sovrappeso e 30 come indice di obesità.

 

 

 

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