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Quale associazione esiste
tra uno stato emotivo e il cibo?

Il rapporto con l’alimentazione ha subìto un forte mutamento:
non si mangia più solo per rispondere a esigenze fisiologiche ma, spesso, per compensare particolari stati d’animo.

Risultato? Sovrappeso, senso di malessere, sviluppo di disturbi alimentari.

La fame biologica, che rappresenta la fame sana, si avverte dopo circa 3-4 ore dal consumo del pasto precedente, segnala mancanza di energie e la necessità di introdurne di nuove. Nella fame emotiva, invece, una grande quantità di calorie viene  introdotta senza che il nostro corpo ne abbia realmente bisogno: ecco perché le persone si trovano a combattere con stati di sovrappeso.

In Italia la prevalenza di persone in
stato di sovrappeso e obesità cresce con
l’aumentare dell’età, tanto che
l’eccesso di peso riguarda 1 minore
su 4 e 2 adulti su 4, raggiungendo il
46% tra le persone a partire dai 18 anni di età.

dati istat

Che cosa spinge a mangiare più del necessario?
Per rispondere a questa domanda pensate di trovarvi nelle seguenti situazioni:

Avete appena terminato un buon pasto e vi sentite sazi, ma vi ricordate di avere ancora un po’ di gelato nel freezer o quel pezzettino di torta in frigo… Probabilmente aggiungerete questi alimenti al vostro pranzo/cena, nonostante non abbiate più fame.

Siete in casa e vi state annoiando. Vi alzate e andate in cucina in cerca di uno snack che vi faccia un po’ di compagnia.

Avete appena discusso con un amico, con un collega o con il vostro capo. Vi sentite arrabbiati, tristi e infastiditi per la situazione, così decidete di sfogare queste sensazioni cercando “qualcosa di buono” con cui gratificarvi.

Queste sono solo alcune delle innumerevoli situazioni della vita quotidiana responsabili di un aumento di peso, dell’abbandono di una dieta o della nascita di un disturbo alimentare.

Imparare a gestire i meccanismi mentali ed emotivi

Per aiutare le persone a creare un rapporto più equilibrato con il cibo nasce il servizio di MymoodMyfood che unisce la sfera alimentare a quella psicologica: grazie al lavoro sinergico di nutrizionista e psicologo il cliente impara a gestire efficacemente i meccanismi mentali ed emotivi che ostacolano sia la perdita di peso che un sano rapporto con il cibo.

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