Qual’è il ruolo dello Psicologo all’interno di un percorso di perdita di peso o di gestione della fame emotiva?
Lo Psicologo aiuta la persona a raggiungere l’obiettivo agendo sulle abitudini alimentari non corrette e sulla gestione degli aspetti motivazionali, emotivi e comportamentali legati all’alimentazione; il suo obiettivo è restituire alla persona il potere di autoregolarsi nei confronti del cibo.
Il professionista individua il perché esistano delle abitudini non funzionali (piluccare tra un pasto e l’altro o mangiare per placare delle emozioni e così via) e agisce per modificarle.
Applica ed insegna tecniche pratiche, ampiamente sperimentate, lavorando insieme alla persona per aiutarla a gestire tutte quelle emozioni – rabbia, noia, solitudine, tristezza, felicità- che spingono a mangiare anche quando non si ha fame e che possono portare a uno stato di sovrappeso.
Nello specifico lo Psicologo lavora con il cliente sulle seguenti aree:
Bilancia decisionale: vengono confrontati i benefici che si attendono dalla perdita di peso e i costi che si dovranno affrontare per raggiungere questo obiettivo.
Motivazione al cambiamento: si lavora per rinforzare e mantenere sempre elevata la motivazione personale alla perdita di peso.
Aumento della consapevolezza dei segnali biologici di fame e sazietà: attraverso un lavoro di educazione alimentare si insegna al cliente come riconoscere e gestire gli stimoli che regolano l’assunzione di cibo.
Automonitoraggio dell’assunzione di cibo: compilazione del diario alimentare per imparare a conoscere la propria alimentazione e le cause emotive e cognitive che spingono a mangiare in eccesso
Automonitoraggio del peso: misurazione del peso una volta la settimana. Monitorare il proprio peso permette di rimanere all’interno di un range di sicurezza.
Lavoro sulla fame emotiva: si insegna alla persona a riconoscere e gestire le emozioni (ansia, rabbia, noia ecc) che spingono a cercare consolazione e gratificazione nel cibo.
Pensieri automatici: si aiuta il cliente a identificare quei pensieri rapidi e automatici che contribuiscono a generare comportamenti problematici. Ad es. il pensiero del “tutto o nulla”: ho mangiato un biscotto, ho trasgredito la dieta, tanto vale che ormai mangi tutti i biscotti di cui ho voglia”
Tecniche di auto-rinforzo: si insegna alla persona a costruire un sistema di rinforzo, cioè a premiarsi, per ogni cambiamento messo in atto nel breve e nel lungo termine.
Tecniche di controllo degli stimoli: si lavora insieme al cliente per aiutarlo a gestire in modo efficace i tre momenti del pasto, insegnandogli strategie concrete per controllare l’assunzione di cibo (momento prima del pasto – momento del pasto – momento dopo il pasto).