Tutti i pazienti con diagnosi di disturbo alimentare condividono la stessa psicopatologia specifica centrale, cioè uno stato mentale caratterizzato da un’eccessiva attenzione rivolta all’alimentazione, al peso, alla forma corporea e al loro controllo (Espie e Eisler, 2015).

Queste caratteristiche sono osservate solo nei disturbi dell’alimentazione (psicopatologia specifica) e spiegano le principali caratteristiche cliniche osservate in questi pazienti (per questo è chiamata psicopatologia centrale).

I Disturbi dell’Alimentazione sono essenzialmente “disturbi cognitivi” perché condividono uno stesso nucleo di psicopatologia caratterizzato dall’eccessiva valutazione della forma del corpo, del peso e del loro controllo. A differenza della maggior parte delle persone che si valutano sulla base delle proprie prestazioni in contesti di vita differenti come la qualità delle proprie relazioni o le prestazioni professionali, quelle affette da Anoressia o Bulimia Nervosa tendono a misurare quasi esclusivamente il proprio valore in base a come riescono a controllare alimentazione, peso e forme corporee. (Fairburn, 2016).

Il nucleo psicopatologico ha la sua influenza maggiore  sulle abitudini alimentari delle pazienti e questo risulta evidente dagli estremi tentativi di limitare l’ingestione di cibo. A tal fine si auto impongono regole dietetiche estreme e rigide che portano a una restrizione dietetica sia calorica che cognitiva e, di conseguenza, a stati di sottopeso associati a caratteristici sintomi di denutrizione.

Le regole possono variare da paziente a paziente, ma tendenzialmente riguardano il quando mangiare, il quanto (ad esempio non più di 600 kcal) e il cosa mangiare. Quando la paziente riesce a mettere in atto comportamenti alimentari di restrizione può sviluppare un sottopeso più o meno grave, calcolato attraverso l’indice di massa corporea, e sviluppare, di conseguenza, gli effetti psicologici e psicosociali della restrizione e della denutrizione.

Queste regole alimentari, data la loro rigidità, portano a un regime alimentare assolutamente inflessibile e molto difficile da mantenere nel tempo: per questa ragione vengono spesso disattese, scatenando episodi di abbuffate, soggettive e oggettive.

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