In Italia, secondo ricerche recenti, il 36,6% di bambini al di sotto dei 10 anni di età presenta una condizione di sovrappeso. Dietro a questi numeri si nascondono cause di varia natura medica, psicologica, educativa e sociale.

I bambini, così come gli adulti, iniziano fin da piccolissimi a utilizzare il cibo come strumento di gratificazione e di consolazione. I genitori possono aver insegnato loro a richiedere un cibo goloso (di solito dolci)  come premio per essere stati bravi a scuola, non aver disturbato la mamma al telefono e così via. Questo meccanismo va oltre alla concezione del cibo come nutrimento e si lega a quella del cibo come ricompensa.

La chiave per il cambiamento parte dall’ascolto delle esigenze dei bambini: dietro al “paciugare” di nascosto, fare capricci eccessivi all’orario dei pasti o essere selettivi nel mangiare, spesso ci possono essere difficoltà che il bambino non riesce a esprimere attraverso la verbalizzazione e che è compito degli adulti accogliere.

Bisogna tenere conto che i bambini hanno poca esperienza nell’esprimere le loro emozioni e i loro stati d’animo e tendono a “nascondere” ai genitori preoccupazioni o situazioni che creano loro disagio. Ricordiamoci che anche per i più piccoli il cibo è  il primo strumento di “scarica” emotiva!

Se vostro figlio ha una modalità di rapportarsi al cibo e al momento del pasto non appropriata, non perdete tempo. Il miglior modo per aiutarlo non è metterlo a “dieta”, ma  cercare l’aiuto di uno Psicologo del Comportamento Alimentare che lavori insieme a lui per prevenire possibili disturbi alimentari negli anni dell’adolescenza.

Le basi per vivere in modo sano e salutare, si gettano fin dalla più tenera età!

 

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